Daily Archives: 9 Agosto 2013

«Passio» secondo Tommaso Moro di Monsignor Gianfranco Ravasi

Passa in tv un modesto (e quindi pettoruto e arrogante) politico e m’accorgo che proclama con autocompiacimento: «Non sono un uomo per tutte le stagioni». Il misero è convinto, con questa professione di coerenza, di celebrare la sua cristallina identità; egli ignora che «uomo per tutte le stagioni» era, in realtà, la solenne epigrafe che Erasmo da Rotterdam aveva assegnato a un altro politico, questa volta grande, modesto (in ben altro senso) e veramente coerente, cioè Tommaso Moro. Anzi, fu proprio quella definizione a diventare nel 1966 il titolo di un film straordinario di Fred Zinnemann, A Man for All Seasons, con un cast “stellare”, dal formidabile protagonista Paul Scofield a Orson Welles, da Vanessa Redgrave a Susanna York, da Nigel Davenport a Robert Shaw, e con un bottino finale di cinque Oscar.

Lectio Magistralis di Giovanni Reale, “Attualità dei messaggi dell’utopia di Tommaso Moro”, presso la Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio.

Un uomo per tutte le stagioni

Gesù al Getsemani – De tristitia Christi (Economica dello spirito)

Si tratta della meditazione sulla passione di Cristo che l’autore scrive mentre è in prigione alla Torre di Londra, in attesa della condanna a morte. È un testo libero da schemi, al di là del seguire la progressione della Passione, in cui vi sono meditazioni in cui Moro sembra parlare a se stesso e brani di tipo quasi omiletico , esposti da Moro stesso o che lui mette in bocca a Gesù. I temi sono quindi diversi: dal dovere di ringraziare Dio dopo i pasti, alla preghiera, dalla paura di fronte al martirio al sonno dei pastori, all’interrogarsi sulle ragioni della tristezza di Cristo. Strutturato in due parti (la seconda molto più breve) in cui ogni capitoletto è preceduto dal testo evangelico che viene commentato o meditato.

Preghiere e Lettere dalla Torre

Vergate “col carbone” nella solitudine di una cella, dove Tommaso Moro consumò, prima di salire sul patibolo, l’ultimo tratto di una esistenza luminosa e straordinaria, queste Lettere – insieme alle Preghiere – sono fra le più alte testimonianze della possibile nobiltà e forza dello spirito umano per la tensione morale che comunicano e la qualità umana che in esse si esprime.

Utopia

Tommaso Moro in Utopia descrive un’immaginaria isola-regno abitata da una società ideale, nella quale alcuni studiosi moderni hanno ravvisato un opposto idealizzato dell’Europa sua contemporanea, mentre altri vi riscontrano una satira sferzante della stessa. Moro derivò il termine dal greco antico con un gioco di parole fra ou-topos (cioè non-luogo) ed eu-topos (luogo felice); utopia è quindi, letteralmente, un ”luogo felice inesistente”. Titolo originale: ”Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia”.