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Bookcity nov 2023 – CCTM – La strada del perdono

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LETTERA DI SAN TOMMASO MORO ALLA FIGLIA

Mia cara Margherita, io so che la mia cattiveria, meriterei di essere abbandonato da Dio, tuttavia non posso che confidare nella sua misericordiosa bontà, poiché la sua grazia mi ha fortificato sino ad ora e ha dato tanta serenità e gioia al mio cuore, da rendermi del tutto disposto a perdere i beni, la patria e persino la vita, piuttosto che giurare contro la mia coscienza. Egli ha reso il re favorevole verso di me, tanto che finora si è limitato a togliermi solo la libertà. Dirò di più. La grazia di Dio mi ha fatto cosi gran bene e dato tale forza spirituale, da farmi considerare la carcerazione come principale dei benefici elargitimi.

Gesù al Getsemani – De tristitia Christi (Economica dello spirito)

Si tratta della meditazione sulla passione di Cristo che l’autore scrive mentre è in prigione alla Torre di Londra, in attesa della condanna a morte. È un testo libero da schemi, al di là del seguire la progressione della Passione, in cui vi sono meditazioni in cui Moro sembra parlare a se stesso e brani di tipo quasi omiletico , esposti da Moro stesso o che lui mette in bocca a Gesù. I temi sono quindi diversi: dal dovere di ringraziare Dio dopo i pasti, alla preghiera, dalla paura di fronte al martirio al sonno dei pastori, all’interrogarsi sulle ragioni della tristezza di Cristo. Strutturato in due parti (la seconda molto più breve) in cui ogni capitoletto è preceduto dal testo evangelico che viene commentato o meditato.

Preghiere e Lettere dalla Torre

Vergate “col carbone” nella solitudine di una cella, dove Tommaso Moro consumò, prima di salire sul patibolo, l’ultimo tratto di una esistenza luminosa e straordinaria, queste Lettere – insieme alle Preghiere – sono fra le più alte testimonianze della possibile nobiltà e forza dello spirito umano per la tensione morale che comunicano e la qualità umana che in esse si esprime.

Utopia

Tommaso Moro in Utopia descrive un’immaginaria isola-regno abitata da una società ideale, nella quale alcuni studiosi moderni hanno ravvisato un opposto idealizzato dell’Europa sua contemporanea, mentre altri vi riscontrano una satira sferzante della stessa. Moro derivò il termine dal greco antico con un gioco di parole fra ou-topos (cioè non-luogo) ed eu-topos (luogo felice); utopia è quindi, letteralmente, un ”luogo felice inesistente”. Titolo originale: ”Libellus vere aureus, nec minus salutaris quam festivus de optimo rei publicae statu, deque nova insula Utopia”.

Le quattro cose ultime. Con La supplica delle anime e Nell’orto degli ulivi

Inediti e introvabili, gli scritti di Tommaso Moro raccolti in questo volume costituiscono un avvenimento per la cultura italiana, fornendo apporti decisivi alla conoscenza di un uomo che seppe coniugare splendidamente il culto degli ideali classici con l’interiorità religiosa più profonda. Si tratta di tre opere redatte in un arco di tempo che va dal 1522 al 1535, anno dell’eroica morte.

Lettere

Magistrato, poeta, umanista, scrittore, statista, cancelliere di Enrico VIII, martire assunto alla gloria degli altari, Tommaso Moro (1478-1535), autore dell'”Utopia”, è una delle personalità più complesse e discusse della storia inglese ed europea, e il suo epistolario racconta una vicenda umana di straordinaria ricchezza. Appassionanti come un romanzo, austere e giocose al tempo stesso, ricche d’aneddoti, dettagli e affetti domestici, vibranti di polemiche culturali e teologiche, le lettere di Tommaso Moro costituiscono anche un documento imprescindibile per comprendere gli anni della riforma protestante, momento cruciale della nascita della modernità. Questo volume ne presenta una scelta significativa: a fianco delle celebri lettere dalla Torre, della corrispondenza con Erasmo e delle lettere ad amici, famigliari, uomini di chiesa e di potere, sono incluse integralmente le lunghe lettere a Martin Dorp, autentico trattato in difesa dell’umanesimo, e a John Frith, sul problema della transustanziazione. La traduzione italiana è arricchita dal vasto commento di uno dei più insigni studiosi italiani di Tommaso Moro, Alberto Castelli, che stava per dare questo volume alle stampe, quando la morte lo colse, nel marzo del 1971. Più di trent’anni dopo un suo nipote, Francesco Rognoni, ha completato il lavoro, aggiornandone la bibliografia, e stendendo un ampio saggio introduttivo, in cui dà conto dei più recenti sviluppi degli studi su Tommaso Moro.

Tutti gli Epigrammi

Questa prima versione italiana integrale delle poesie latine di Thomas More, pubblicata sotto gli auspici del Centro Internazionale Thomas More, vuole essere un omaggio a uno dei nostri più profondi conoscitori del grande umanista europeo e della cultura rinascimentale: Luigi Firpo, uomo di doti incomparabili al quale sono stato legato da un’amicizia autentica e la cui scomparsa ha lasciato un vuoto non colmato. Firpo aveva pubblicato la versione di settanta epigrammi moreani nel volume ldea di Thomas More (Vicenza, Neri Pozza,1978, pp. 115-134), ma già lo stesso anno il totale degli epigrammi da lui tradotti e stampati, questa volta, nella rivista “Il pensiero politico” (XI, pp.2ll-242), saliva a centoventi (su un totale di duecentottantuno). In entrambi i casi la versione era preceduta dal testo che qui riproduciamo perché rappresenta una lucida ed essenziale introduzione all’universo poetico moreano.

Poesie inglesi

Tommaso Moro è certamente noto al pubblico più come umanista e autore dell'”Utopia” (1516) che come poeta in lingua inglese. Eppure è questa la prima immagine che ci forniscono di lui i Works del 1557 e che le biografe cinquecentesche tramandano come legata agli ultimi momenti della vita del martire londinese. Troppo spesso considerata quasi solo una curiosità, la lirica moreana ci restituisce, invece, una sintetica e brillante immagine del Tommaso Moro uomo e del suo pensiero.

Dialogo del conforto nelle tribolazioni

Tommaso Moro scrisse il Dialogo del conforto nelle tribolazioni negli ultimi mesi di prigionia, trascorsi nella Torre di Londra prima di venire giustiziato il 6 luglio 1535. Fin dalla sua apparizione quest’opera è stata considerata uno dei capolavori della meditazione spirituale (“un manuale dei martiri”) nonché uno dei più alti esempi di dialogo letterario in lingua inglese, in cui la profondità dell’analisi dell’animo umano si accompagna sempre al tocco lieve dell’umorista. Sullo sfondo di una società attraversata da una profonda crisi spirituale e civile, il Dialogo affronta il grande tema della presenza del male e della sofferenza nel mondo e del modo in cui poter meglio affrontare questa sfida. In un’epoca in cui l’Europa si sentiva minacciata dal pericolo di invasioni esteme, Tommaso Moro invita a guardare anche e soprattutto ai rischi provenienti dall’interno: dalle degenerazioni dispotiche dei governanti nonché dalle debolezze dell’animo umano. In queste pagine la riflessione teologica si innesta su una finissima osservazione antropologica e psicologica, che analizza una ad una le prove a cui l’umanità è sottoposta: dubbio, paura, tribolazione, disperazione, suicidio, orgoglio, pusillanimità, eccesso di scrupolosità, odio, persecuzione, martirio.