Una lacrima scritta per don Umberto

Lettera del Consiglio Direttivo ai soci del Centro Culturale Tommaso Moro

AI NASTRI DI PARTENZA IL CENTRO CULTURALE TOMMASO MORO

Puntuale come un orologio svizzero, anche quest’anno il Centro Culturale Tommaso Moro di Basiglio, già a Settembre, è pronto a presentare il programma della stagione 2024/25. E’ un programma che ci porterà a riflettere, tanto per fare un esempio, sulla drammatica situazione in Afghanistan: la testimonianza diretta del giovane scrittore afghano Walimohammad Atai, nostro ospite a book city, ci aiuterà a capire perché, tra le altre assurde proibizioni, nel suo Paese, c’è anche quella di giocare con gli aquiloni.

Sempre in tema di testimonianza, anche se su un versante completamente diverso, a Giugno 2025 concluderemo la stagione con l’attore, autore e regista teatrale Christian Di Domenico, amico personale del Beato don Pino Puglisi, vittima della mafia, per il quale ha scritto e messo in scena lo  spettacolo “U parrinu”, a tratti ironico e divertente e a tratti toccante ed emozionante, ma sempre e comunque portatore di un messaggio di denuncia sociale chiaro e forte.

 Tra l’evento iniziale, book city, e quello finale, “U parrinu”, parleremo di problematiche giovanili con don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano; ascolteremo un bel concerto di Natale, da realizzare in collaborazione con la nostra Unità Pastorale; scopriremo il complesso mondo delle Istituzioni musulmane, grazie allo storico ed esperto in questioni medio – orientali Marco Rossignoli e rifletteremo, infine, sulle ombre della democrazia, attraverso l’excursus storico e le relative considerazioni politico-antropologiche del filosofo Giuseppe Polistena. Questo, a grandi linee, il programma rivolto agli adulti.

 Ma, poiché il Centro Culturale Tommaso Moro è profondamente convinto che è importante trasmettere la cultura partendo dai più giovani, anche per il corrente anno scolastico ha presentato ai docenti del locale Istituto Comprensivo un interessante Progetto Didattico intitolato “Osserviamo il cielo, raccontiamo le nostre emozioni”. Il progetto prevede, tra l’altro, l’offerta di una lezione sul sistema solare, tenuta dagli esperti dell’Associazione Astrofili di Rozzano, e la visita guidata dell’Osservatorio Astronomico di Rozzano  per le classi che aderiranno al progetto.

Queste sono le nostre proposte per la stagione 2024/2025. Il resto lo farete voi, cari soci e cari amici del Tommaso Moro, che con la vostra partecipazione, le vostre critiche e il vostro sostegno saprete certamente aiutarci a fare sempre meglio.

Per saperne di più, per conoscere da vicino i membri del Consiglio Direttivo e per rinnovare l’iscrizione, vi informiamo che saremo presenti col nostro gazebo alla Festa di Basiglio (il 13, il 14 e il 15 Settembre) e che vi aspettiamo numerosi Domenica 29 Settembre 2024, alle ore 17, nella sala Spazio – Incontri della parrocchia Gesù Salvatore di Milano 3 per l’annuale Assemblea dei Soci nel corso della quale esamineremo il bilancio economico della stagione 2023/24, illustreremo il programma 2024/25, ascolteremo le vostre considerazioni e degusteremo insieme un gustoso aperitivo.

Cordialmente

 ll Consiglio Direttivo del Centro Culturale Tommaso Moro

PROGRAMMA DELLA STAGIONE 2024 – 25

  • 13 – 14 – 15 settembre 2024: Partecipazione alla FESTA di BASIGLIO e distribuzione del programma 2024 – 25 del Centro Culturale Tommaso Moro.
  • Domenica 29 settembre, ore 17.00: ASSEMBLEA DEI SOCI, FESTA DEL TESSERAMENTO con  aperitivo. Sala Spazio-Incontri della parrocchia Gesù Salvatore di Milano 3.
  • Domenica 17 novembre, ore 11.00: per BOOK CITY, “VIETATO GIOCARE CON GLI AQUILONI”. Presentazione del libro “HO RIFIUTATO IL PARADISO PER NON UCCIDERE”  dello scrittore afghano WALIMOAMMED ATAI. Conduce la professoressa ROSETTA CANNAROZZO, Presidente del Centro Culturale Tommaso Moro. Polo culturale “Il Mulino di Vione”.
  • Dicembre 2024 (data da definire): CONCERTO di NATALE. Parrocchia Gesù Salvatore di Milano3.
  • Domenica 19 gennaio 2025, ore 16.00: “I GIOVANI TRA FRAGILITÀ E DELIRIO DI ONNIPOTENZA”. Conversazione con Don CLAUDIO BURGIO, cappellano del carcere minorile “Cesare Beccaria” di Milano. Sala Spazio-Incontri della parrocchia Gesù Salvatore di Milano 3.
  • Febbraio/Marzo (data da definire): “STORIA DELLE ISTITUZIONI MUSULMANE”. Conversazione con MARCO ROSSIGNOLI, docente di Storia delle Istituzioni Politiche presso l’Università Cattolica di Milano. Sala Spazio-Incontri della parrocchia Gesù Salvatore di Milano 3.
  • Aprile/Maggio (data e luogo da definire): “LE OMBRE DELLA DEMOCRAZIA”. Conversazione con GIUSEPPE POLISTENA, filosofo, già dirigente scolastico.
  • Giugno (data e luogo da definire): “U PARRINU. LA MIA STORIA CON DON PINO PUGLISI”. Spettacolo teatrale di e con Christian Di Domenico sul beato padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993.

https://www.centroculturaletommasomoro.org

Visita all’Osservatorio Astronomico di Rozzano

 

Programma

Ritrovo nel parcheggio della chiesa Gesù Salvatore mercoledì 12 giugno 2024, alle ore 20.30;

Partenza per l’Osservatorio alle ore 20,45;

Ore 21.00 lezione propedeutica e osservazione della volta celeste;

Ritorno a Milano3 alle ore 23.00 circa

 

Per ulteriori informazioni consultare il nostro sito WEB al link:

https://www.centroculturaletommasomorobasiglio.org

oppure chiamare al 339 5322155

Il Direttivo

Marianna de Leyva

I segreti tormenti della Monaca di Monza

MARIANNA DE LEYVA. I SEGRETI TORMENTI DELLA MONACA DI MONZA

INVITO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ALBA AVARELLO

MARIANNA DE LEYVA. I SEGRETI TORMENTI DELLA MONACA DI MONZA

Cari soci e cari amici del Centro Culturale Tommaso Moro,

siamo  lieti di invitarvi alla presentazione del libro “Marianna De Leyva. I segreti tormenti della monaca di Monza” della scrittrice Alba Avarello, che si terrà nella  biblioteca comunale “Il Mulino di Vione”, venerdì 10 Maggio 2024, alle ore 18.

Facciamo presente che questa iniziativa non era inclusa nella programmazione della stagione 2023/24 ma, poiché é nel nostro stile andare oltre quanto promesso,  dopo la prima iniziativa fuori programma, ovvero lo spettacolo teatrale “Sala d’aspetto. Il Parkinson va in scena”, ecco la seconda.

Si tratta di un breve monologo dal contenuto rigorosamente storico e dal taglio finemente introspettivo: l’autrice, infatti – dopo avere documentato la veridicità dei fatti e dei personaggi  ai quali il Manzoni  si è ispirato per costruire il noto episodio della monaca di Monza – immagina il travaglio interiore della “sventurata” della quale, alla fine, sulla base di quanto affermato dal cardinale Borromeo,  racconta la redenzione, cioè  “ l’impossibile miracolo aperto agli eroi delle fiabe e, più di rado, della vita”, afferma testualmente l’Autrice.

 Di questo e di altro ancora ci parlerà la scrittrice Alba Avarello che dialogherà con la Presidente del Centro Culturale Tommaso Moro,  Rosetta Cannarozzo.

 L’evento, inserito nella manifestazione “Il Maggio dei libri” e patrocinato dal Comune di Basiglio, sarà arricchito dalla lettura di brani del libro, declamati dalla professoressa Gabriella Menarini;  dall’intervento dello storico manzoniano, professore Claudio Tartari; dal contributo della dottoressa Elisa Popolizio, psicologa del servizio minori e famiglia del Comune di Basiglio  e dagli stacchi musicali eseguiti al pianoforte da don Luca Broggi, parroco di Basiglio e di Milano Tre.  

Vi aspettiamo numerosi.

Il Consiglio Direttivo del C.C. Tommaso Moro

INTERVISTA ALLA DOTTORESSA VINCENZA FETONI, IDEATRICE DELLO SPETTACOLO

“SALA D’ATTESA. IL PARKINSON VA IN SCENA”

Di cose belle, nella sua più che trentennale missione di promozione della cultura, il Centro Culturale Tommaso Moro ne ha fatte moltissime: conferenze, dibattiti, tavole rotonde, concerti, spettacoli teatrali, presentazione di libri, progetti con la scuola e altro ancora. I temi trattati sono stati veramente tanti e hanno spaziato da un ambito all’altro senza mai toccare, finora, quello medico-scientifico. Ma, come in tutte le cose, c’è sempre una prima volta. O, meglio, ci sarà una prima volta il prossimo 6 Aprile quando una compagnia teatrale speciale, diretta da due registi anch’essi speciali, affronterà il tema del Parkinson, mettendolo letteralmente in scena.

Di cosa si tratta, com’è nata questa idea, con quali motivazioni ecc. ecc. l’ho chiesto all’ideatrice di questo spettacolo che, nella vita, fa una professione che non ha nulla a che vedere con il teatro ma che, invece, c’entra- eccome!- con le malattie neurologiche e, in particolare, con il Parkinson: la neurologa e nostra concittadina Vincenza Fetoni, membro del Comitato Scientifico Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus.

L’ ho incontrata, per caso, poco tempo fa e, tra una chiacchiera e l’altra, mi ha parlato del suo sogno di far conoscere in modo originale e scientificamente corretto il morbo di Parkinson. Devo dire che l’ entusiasmo di Vincenza mi ha contagiato ed entrambe abbiamo subito pensato di portare lo spettacolo a Basiglio. Ho sottoposto la proposta al Consiglio Direttivo del Centro Culturale Tommaso Moro che l’ha prontamente condivisa. Rimanevano dei problemi da risolvere tra cui quello dei costi perché l’allestimento comporta delle spese e perché ci sarebbe piaciuto raccogliere qualcosa per la LIMPE . Ne ho parlato con Vincenza e, dopo un breve momento di perplessità da parte di entrambe, è nata l’idea: chiedere agli spettatori un’offerta per coprire le spese e per dare un contributo alla LIMPE. Eureka! E così, passo dopo passo, siamo arrivati alla vigilia del grande evento sul cui merito lascio parlare colei che l’ha concepito: la dottoressa Vincenza Fetoni.

Domanda. Da che cosa è nata l’idea di parlare del Parkinson attraverso il teatro?

Risposta. Sono una neurologa con competenze nell’ambito dei disturbi del movimento e sono convinta che la malattia di Parkinson sia conosciuta solo nello stretto ambito familiare di chi ne soffre, confinata al ruolo di cenerentola tra le patologie neurologiche mentre invece è una malattia con ricadute familiari importanti e costi sociali alti: in Italia sono circa 300.000 i soggetti colpiti da questa malattia e il numero è destinato ad aumentare. A questo aggiungo che amo il teatro e dunque…

Domanda. E … dunque? Racconta.

Risposta. Dunque. Si avvinava il 27 Novembre, Giornata Nazionale dedicata al Parkinson, sostenuta dalla onlus LIMPE (Lega Italiana Malattia di Parkinson) che ha lo scopo di far conoscere questa malattia e io, da tempo, sognavo di fare qualcosa di diverso ai soliti incontri di informazione scientifica ma non sapevo come fare finché un giorno, durante una visita ambulatoriale, il caso, le coincidenze astrali, la Provvidenza o altro ha voluto che di fronte a me ci fosse Maurizio Esposito, regista e attore di teatro, al quale ho parlato del mio sogno. Maurizio, “pazzo visionario” come me, ha prontamente sposato la mia idea e, insieme, ci siamo messi a sognare e a lavorare.

Domanda. E gli attori? Dove li avete trovati?

Risposta. All’inizio avevo pensato di coinvolgere i miei colleghi neurologi ma senza successo. A quel punto, Maurizio e io abbiamo fatto la scelta, rivelatasi fortunata, di costruire una sceneggiatura incentrata sulla quotidianità dei soggetti con Parkinson. Rapidamente, abbiamo costituito il gruppo di attori-pazienti: Beatrice, Stella, Stefania e Jacopo hanno accettato di buon grado di mettersi in gioco e, sotto la guida illuminata di un serio professionista, quale è Maurizio Esposito, sono diventati dei bravi attori. Le loro storie di vita quotidiana, fatte di famiglia, lavoro, hobbies, vissute costantemente in compagnia di “Mister Parkinson”emozionano, divertono, sdrammatizzano e testimoniano la loro voglia di andare avanti senza mai perdere la Speranza.

Domanda. Cosa hai provato a lasciare il camice da neurologa e indossare quello dell’ attrice?

Risposta. Nello spettacolo, il mio ruolo è quello del medico e, quindi, il camice non l’abbandono del tutto e forse per questo non è stato difficile fare il medico-attore. Devo dire che è stata una bella esperienza, che sono soddisfatta del risultato finale, del quale ringrazio tutti e, in particolare il regista Maurizio Esposito che ha condiviso da subito il mio sogno con la convinzione di fare qualcosa di valido e di originale per la conoscenza e la divulgazione scientifica di questa malattia. In questa avventura ci siamo sostenuti a vicenda e entrambi sentiamo il desiderio di ringraziare i nostri speciali attori, la LIMPE e gli spettatori che con le loro offerte libere ci hanno permesso di finanziare lo spettacolo.

Domanda. Quando e dove avete debuttato?

Risposta. Il 27 Novembre 2023, Giornata Nazionale per il Parkinson, allo storico teatro Elfo- Puccini di Milano, con il Patrocinio del Comune di Milano. Ricordo perfettamente che eravamo tutti emozionatissimi di fronte al pubblico che gremiva la sala Fassbinder e che ci ha gratificati con calorosi applausi mostrando di capire le motivazioni dello spettacolo e apprezzarne la qualità. E ora sono contenta di replicarlo nella nostra Basiglio e per questo mi sento di ringraziare il Centro Culturale Tommaso Moro che promuove l’iniziativa e l’Amministrazione comunale che ci concede il patrocinio e una location prestigiosa come “Il Mulino” di Vione, nonché tutti gli spettatori che vorranno sostenerci con la loro partecipazione.

Finisce qui, con uno scaramantico “In bocca al lupo”, l’intervista con Vincenza Fetoni, neurologa per professione, sceneggiatrice e attrice per passione.

Lo spettacolo “Sala d’attesa. Il Parkinson va in scena”’è andato in scena puntualmente al “Mulino” di Vione, la sera del 6 Aprile scorso con grande successo e una sala gremitissima.

La Presidente Rosetta Cannarozzo ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno accolto l’invito e fornito il loro sostegno.

Sala d’attesa. Il Parkinson va in scena

INVITO ALLO SPETTACOLO “ SALA D’ATTESA. IL PARKINSON VA IN SCENA”

Cari soci e amici del Centro Culturale Tommaso Moro,

siamo lieti di invitarvi allo spettacolo teatrale “Sala d’attesa. Il Parkinson va in scena”, che si terrà al Mulino di Vione, sabato 6 Aprile 2024, alle ore 21.00.

L’originale spettacolo è nato da un’idea della nostra concittadina Vincenza Fetoni – neurologa, specialista di questa malattia – realizzata grazie al regista teatrale Maurizio Esposito. Gli attori sono quattro persone colpite dal Parkinson che, con ammirevole autoironia, “mettono in scena” la loro quotidianità vissuta costantemente in compagnia di “Mister Parkinson”.

Come Associazione promotrice dello spettacolo, patrocinato dal Comune di Basiglio, vogliamo evidenziare che è la prima volta, nella sua storia più che trentennale, che il Tommaso Moro amplia il suo raggio d’azione all’ambito medico-scientifico. Ovviamente, lo fa non con  la pretesa di dare risposte a  problematiche che non gli competono, ma allo scopo di fornire informazioni corrette, diffondere un messaggio di speranza e – perché no? – dare un contributo economico alla Fondazione LIMPE onlus del cui Comitato Scientifico fa parte la dottoressa Fetoni, grazie all’offerta libera che, ne siamo sicuri, vorrete elargire.

Vi aspettiamo numerosi!

Rosetta Cannarozzo

Locandina – Sala d’attesa 2023

La storia familiare e i legami intergenerazionali

Carissimi soci

Domenica 10 marzo, alle ore 16.30 nella Sala-Incontri della parrocchia, il C.C. Tommaso Moro parlerà di famiglia e di problemi educativi con la psicoterapeuta Ondina Greco, già docente dell’Università Cattolica di Milano.

La relatrice affronterà il tema della trasmissione dei valori alle nuove generazioni da parte delle famiglie che, nella nostra società, sono sole in questo delicato compito.

Vi invito calorosamente a partecipare.

La Presidente Rosetta Cannarozzo.

 

 

Il pensiero di Don Milani a cento anni dalla nascita

Il pensiero di don Milani a cento anni dalla nascita

Nella settimana dedicata all’educazione, i centri culturali Tommaso Moro e Giorgio Ambrosoli, col patrocinio del Comune di Basiglio, hanno organizzato un incontro di grande spessore, presso il Polo Culturale il Mulino di Vione, nel ricordo dell’insegnamento pedagogico di don Milani.

Partendo dalla nota frase “I care” (“mi sta a cuore”, “mi interessa”), scritta sul muro d’ingresso della scuola di Barbiana, contrapposta a “me ne frego”, “non mi importa”, che riassumono
l’atteggiamento di disimpegno di una parte dei giovani e meno giovani, si sono confrontati Giovanni Cominelli, esperto di politiche scolastiche, e Giuseppe Polistena, filosofo ed ex dirigente scolastico.

L’incontro è stato introdotto da Giovanni Monaco, mentre Rosetta Cannarozzo e Gabriele Pugliese hanno fatto da moderatori.

Il primo intervento ha visto protagonisti Gaia, Mario e Lorenzo, tre ragazzi della scuola media di Basiglio, che in rappresentanza della loro classe hanno esposto un approfondimento sulla

biografia di don Milani e sull’esperienza educativa sperimentale della scuola di Barbiana, che si riflette nella celebre ‘Lettera a una professoressa’, pubblicata nel 1967. Come noto, il testo è frutto
di una scrittura collettiva e mette in discussione le molte contraddizioni della scuola italiana.

Comincia quindi il dibattito, introdotto da Rosetta Cannarozzo, che domanda se una scuola che non bocciava, teneva a scuola i ragazzi tutto il giorno, personalizzava l’insegnamento, focalizzava
l’attenzione sul linguaggio, si potesse presentare come un modello ‘esportabile’.

Secondo Giuseppe Polistena, sarebbe più appropriato parlare di ‘messaggio’, esperienza paradigmatica che va contro una scuola selettiva, risalente alla riforma Gentile e in parte ancora presente.

Giovanni Cominelli, dopo una sintesi storica della scuola italiana da Gabrio Casati, sottolinea l’idea di personalizzazione dell’istruzione come elemento  fondamentale della pedagogia di don Milani: la scuola è di tutti se è di ciascuno. Purtroppo la scuola italiana, e non solo, non è in grado di essere a misura delle esigenze dei singoli e ciò crea altissima dispersione.

Gabriele Pugliese chiede in che misura l’esperienza della scrittura collettiva sia stata ripresa, o osteggiata, dalla scuola attuale.

Giuseppe Polistena rileva che l’autonomia scolastica consente di sperimentare varie tipologie di scrittura; manca tuttavia un vero progetto di riforma scolastica, anche a causa del succedersi di
ben 72 ministri dell’istruzione dal ’48 ad oggi.

Giovanni Cominelli centra l’attenzione sull’analfabetismo funzionale, infatti i ragazzi usciti dalla scuola media hanno difficoltà a comprendere il contenuto di un articolo di giornale e non sanno scrivere correttamente. Il problema della scuola è soprattutto legato alla lingua: se perdiamo la lingua perdiamo la civiltà, la lingua è l’essenza del nostro essere cittadini. I ragazzi devono leggere la nostra grande letteratura e scrivere di più.

Gabriele Pugliese collega il pensiero di don Milani al tema della guerra e della obiezione di coscienza, da lui fortemente promossa, in quanto riconosceva come uniche ‘armi’ accettabili
lo sciopero e il voto. I ragazzi di Barbiana scrivono in tal senso Lettera ai cappellani militari, che verrà osteggiata e costerà a don Milani un processo per apologia e incitamento alla diserzione e alla disobbedienza civile.

Il tema del rapporto del ‘prete di Barbiana’ con la fede e con la gerarchia ecclesiastica anima l’ultima parte dell’incontro. Nel 2017, Papa Francesco visita la scuola di Barbiana e sottolinea la
piena fedeltà al Vangelo del suo fondatore, che pone nella dimensione sacerdotale, ed ancor più nella fede, la radice di tutto quello che ha fatto, nonostante i rapporti non facili con la Curia e
in generale con la gerarchia ecclesiastica.

Il dibattito si apre alle domande dei presenti. In particolare, Mario Traxino ricorda che nelle assemblee studentesche del ’68 spesso cattolici e laici, o addirittura atei, condividevano posizioni
e valori di riferimento: come era possibile? Risponde Giovanni Cominelli che il vero valore condiviso è il primato assoluto dell’uomo, fondamento del Cristianesimo e ancor prima, come
sottolinea Giuseppe Polistena, della cultura greca.

A conclusione, l’intervento del nostro don Luca, che fa sintesi ribadendo il valore della parola e l’interesse per gli ultimi e gli indifesi, che stanno al centro del pensiero e dell’opera di don Milani.

Si aggiunge Giusi Sposato, che ricorda come don Milani avesse a cuore l’istruzione delle bambine e delle ragazze, come strumento di emancipazione.

Non è facile parlare di scuola, ma in questo incontro lo si è fatto con serietà e passione, offrendo spunti di riflessione e di approfondimento.

Il pensiero di don Milani a cento anni dalla nascita